13 marzo 2020…
In questi giorni in cui ci è chiesto di saper trasformare tutto quanto viviamo, condividiamo un progetto che ha nel suo cuore l’idea di poter esser un piccolo seme di speranza piantato in tanti giovani cuori.
È possibile cantare una via di pace? Un mondo in cui la speranza per un futuro migliore sia la luce che continui a guidare i nostri piccoli passi quotidiani..
e… intraprendere questo viaggio grandi e piccoli assieme? Come sarebbe dare sostegno ai sogni e alle speranze di 1000 bambini?
L’idea nasce a luglio 2018, dall’incontro con un bimbo africano che a fine prove del progetto teatrale dove era inserito mi confida che ha paura del mondo. In casa sente dire che il mondo è razzista e mi chiede cosa vuol dire. Rimango travolto nel mio mondo fatto di certezze e mi dico che certe domande non devono abitare il cuore di un bimbo di 8 anni. Nasce l’idea di un percorso che coinvolga tanti bambini. Filo conduttore un brano scritto appositamente da me e un amico nigeriano, dove si invita a fare un viaggio assieme, piccoli e grandi, chiedendosi cosa sia la diversità. E quando devi spiegarla ad un bimbo certi concetti hanno bisogno semplicemente di esser semplificati, di diventare vita in vero ascolto dell’altro.
Grazie ai compagni di viaggio della Compagnia quelli della via (associazione nata 3 anni fa, con la missio di educare e “far fiorire” giovani, tramite i canali artistici, musica e teatro in primis.), il progetto, da sogno nel cassetto, prende vita e diventa il percorso pedagogico-musicale “La speranza si canta in 1000”: unisce gli alunni di 40 classi di 10 scuole primarie di Forlì, da ottobre a dicembre 2019, per fare assieme un viaggio di riscoperta di ciò che abbiamo dentro, dei nostri sogni, delle nostre unicità e differenze che quando accolte ci possono arricchire a vicenda.
Per due mesi abbiamo incontrato, sempre in coppia di esperti educatori e musicoterapeuti, ciascuna classe un’ora a settimana. Nel percorso da noi ideato accanto all’esplorazione della voce tramite il canto e l’apprendimento di parametri musicali e ritmici tramite body percussion, affiancavamo attività di dialogo e condivisione. Siamo partiti dal riconoscere chi siamo, la nostra storia nell’incontro con l’altro, le emozioni che proviamo, cercando di accoglierle tutte senza paura di mostrarci.
Ci siamo affacciati poi al tema del “sogno” e dei desideri. Volevamo cercare un modo per aiutare i bambini a guardarsi dentro davvero e per fare questo siamo sempre partiti da attività sull’ascolto. Ascolto di quanto accade FUORI da noi ma soprattutto ascolto di quello che abbiamo DENTRO di noi. Come si fa a parlare dei propri sogni se non andiamo a cercarli dentro di noi, nel nostro cuore, proprio lì dove hanno le loro radici? Così la musica è diventata una finestra per guardarsi dentro, aiutando noi e i bambini a dare un nome, un colore, un ricordo, un’andatura a quello che provavano ascoltando brani con melodie e ritmi differenti.
Tutto questo veniva poi trasferito nelle frasi cantate del brano, che assumevano così per ciascuno verità: non solo un brano da interpretare, ma un messaggio da vivere! In tanti hanno trovato il coraggio di mostrare ai compagni lati di sé, ricordi pieni di emozione, che teneva chiusi a chiave da tempo e che aspettavano solo l’occasione giusta per emergere. Accoglierli ed ascoltarli è stato un regalo preziosissimo anche per noi conduttori e per gli insegnanti di classe.
Ultima attività, il lasciare un segno: un messaggio di speranza da voler condivider al loro piccolo-grande mondo, e così abbiamo realizzato una mongolfiera con questi sogni di speranza, da lasciar ad ogni classe.
Fra i tanti incontri, in particolare c’è stato quello con Samadou, bambino cieco che è diventato uno dei nostri solisti, e Pietro, bambino sordo di 10 anni che ha permesso l’incontro con il mondo della lingua dei segni. Quello che all’inizio appariva un ostacolo è diventata una risorsa di incredibile portata: tutti i 1000 hanno segnato il ritornello in lingua LIS oltre che cantarlo, e la classe di Pietro ha imparato a segnare tutto il canto grazie alla grande collaborazione ed entusiasmo di insegnanti ed interpreti che da 3 anni li seguono (stiamo progettando di editare un video con questa classe in primo piano per permettere che il canto sia leggibile interamente da persone sorde).
Il 3 dicembre 2019 l’evento, che ha unito il coro per incidere audio e video del brano. Evento davvero di rilevanza cittadina per il numero di partecipanti, le autorità presenti, l’organizzazione con oltre 40 volontari preparati affinché fosse mantenuta anche durante l’evento l’attenzione avuta in tutto il percorso: far si che ciascun bambino si sentisse accolto, aspettato e soprattutto ciascuno con il proprio posto. Per l’audio grazie ai suggerimenti di Albert Hera, l’utilizzo della tecnologia Silentsystem, che ha permesso di isolare la registrazione delle voci, e soprattutto ha permesso di sentirsi senza ritorno del suono in uno spazio così grande. Davvero 1000 voci, 1000 vissuti che si sentivano uno. Per la parte video un team di 10 professionisti per far si che questo incontro venisse raccontato anche fuori dalle mura cittadine.
Amare ciò che siamo, ciascuno con le sue unicità,
Sperare in un futuro luminoso,
Credere che già oggi, insieme, lo possiamo costruire.
… anche una sola luce può accenderne 1000..
Questo è il migliore riassunto della giornata, di cui ricordiamo una grande luce, negli sguardi, nei sorrisi, nel sentirsi messaggeri di speranza non solo per i partecipanti ma per chiunque vorrà ascoltar il canto.
Proviamo a fare insieme un viaggio dentro che, ricordi al nostro cuore è bello vivere!
in giorni in cui tante sono le paure che ci abitano, queste voci ci ricordano che c’è una luce di speranza dentro di noi che ogni giorno possiamo scegliere di coltivare, per far fiorire la nostra parte migliore.